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Silence...

Posted on by Anonymous17

Silence...

5Ascoltatori:

C'è chi beve le parole come se fossero acqua. C'è chi le scosta con una mano. C'è chi invece ascolta i suoni e si crea la propria musica. Infine ci sono quelli, che le parole, le sentono dentro, si lasciano trasportare, ma sanno quando ascoltare. Poi ce ne ne sono che parlano, parlano e non si fermano mai, tanto che alla fine si soffocano di parole e diventano sordi.

I primi non sono mai sazi. Si guardano attorno e non sanno più cosa ascoltare perché troppe parole, finiscono col stordire. Alla fine hanno ascoltato talmente tante parole ma nemmeno una che ricordino. E resta un unico breve sospiro che li sveglia nella mattina spoglia e senza uccelli.

I secondi invece godono del silenzio ma non lo sanno ascoltare, non ne colgono le sfumature testimoni delle crepe che costellano il mondo. E quando si aprono è già troppo tardi spesso, perché sentono solo un vociare confuso nel quale non sanno distinguere nemmeno il suono della propria voce.

I terzi ascoltano tutto, distinguono ogni suono con chiarezza ma ogni volta lo trasformano, lo interpretano e ne perdono l'autenticità, non capendo il valore di quei versi antichi intrecciati tra di loro dai nostri avi. Alla fine vivono tutta la vita senza mai capire quello che hanno sentito, impermeabili a tutti, e gli restano solo parole vane da buttare e lacrime versate.

I quarti invece sono sordi perfino alle proprie parole finché la loro incomprensione li rende muti, a loro stessi e agli altri che gli sbattono la porta in faccia, rifiutandosi di ascoltare chi sproloquia senza sapere quello che dice. Parlano per consolarsi, per dimenticare, per affogare la melanconia nell'ebrezza della vita mondana. Eppure la loro voce finisce con intrecciare un muro di solitudine chiudendo fuori tutto il resto e imprigionando dentro loro.

Gli ultimi al contrario sono qui per ascoltare e anche per vivere le parole. Creano immagini coi suoni. Viaggiano a lungo sempre pronti a ripartire, ad accogliere il prossimo vagabondo che incontreranno per strada e seguirlo. Ma finiscono sempre col perdersi, col perdere se stessi. Quando si ascolta da cosi tanto tempo è difficile ricordare che suono abbia la propria voce e sopratutto che se ne possiede una. E quando volano via le parole resta solo il silenzio vuoto e nessun sogno con cui colmarlo. Cosi loro stanno nella terra di nessuno aspettando il prossimo narratore.

Poi ci sono quelli come me che non parlano, non ascoltano ma leggono, scrivono. Sanno che il silenzio è composto da mille suoni, mille rime, mille poesie e cercano quella più bella, quella che suona più giusta. Quelli come me ti leggono le parole negli occhi e cercano di incidertele nel cuore. Fanno di ogni attimo, ogni silenzio, un segreto intimo.

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