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Basta con l'allevamento di donne!

Posted on by Anonymous17

Basta con l'allevamento di donne!

Oggi è un altro giorno. Pare uguale a ieri il cielo nel suo manto azzurro. Ma solo io e voi sappiamo che non lo è. Vediamo il tempo impresso sul nostro telefono. Lo vediamo scorrere un secondo alla volta. E cosi avanza lenta la nostra giovinezza. Sembra ieri che potevo sostare nel grembo di mia madre. Sembra ma non è. Purtroppo il tempo passa. Ma poi chi lo sente mica. Si, forse quando un giorno ci si specchia e ci si accorge di avere qualche ruga in più, o quando ci si ferma a metà strada per colpa di un ginocchio malandato. Ma non ora. Non nel pieno della gioventù. Io non lo sento. Non percepisco il lento incespicare del tempo che l'umanità rallenta sempre di più. Quanti attimi ci ruba questa società, quanti pensieri? Ma fermarsi un attimo, scendere dalla giostra e annusare l'aria per poi accorgersi che esistiamo? Lenti ma sicuri noi viviamo la nostra vita un passo alla volta. E' vero, c'è anche chi corre, chi magari desidera fermarsi un attimo, c'è, purtroppo chi non parte mai. Ma siamo tutti qui, sullo stesso sentiero e abbiamo, volenti o nolenti, tutti la stessa metà. Il domani, e anche la morte, si.

Ed è triste, è frustrante, le parole non bastano per spiegare in che stato, in quale crisi mi fa scivolare questa certezza della morte. Ma invece di sprecare tempo a decidere come o quando morire vorrei cominciare ad usarlo per vivere. Attraverso le mie parole, i miei versi, si. Ma anche vivere solo per vivere, guardarmi attorno solo un attimo e poi smettere. Amo osservare gli altri. Amo vedere che ci sono, che non sono sola. Ma amo ancora di più far vedere a loro che anche io ci sono e che intendo esserci anche domani. Voglio provare, sentire il vento sulla pelle. Perché in fondo è questa la vera bellezza. E questa sensazione sconosciuta che ti invade e che ti ancora, per un attimo, solo per un attimo, nella realtà e ti fa sentire che ci sei, ti fa vedere qualcosa che non avresti mai potuto vedere altrimenti. Uno scatto di cosa è la vera vita. Un attimo di immobilità tra una parola e l'altra. Non è un pensiero o un ricordo che si possa afferrare, è come svegliarsi con addosso un sogno senza contenuto. Sai che c'è, ma non lo puoi vedere. E sfuocato. E come avere i colori ma non il dipinto. Che senso ha? Perché la bellezza non ha senso, non ha contorni e non conosce regole o prigioni. Non la possono inquadrare con un telecamera e di certo non la possono vendere al miglior offerente. E cosi sfuggente ed effimera. Ma non sarebbe bellezza se fosse sempre a portata di mano, altrimenti cosa ci tratterebbe dal riprodurla ancora e ancora finché perderebbe il suo valore?

La bellezza non prospera, sopravvive. A cosa mi chiederete? A tutto. A noi, al mondo, alle nostre parole che a volte riescono a coglierla di sorpresa con uno sguardo indiscreto. Nuda, lei si nasconde. Perché è pudica, ha paura di rivelarsi, di essere giudicata. Ma quando l'amiamo e lei ci da fede. Quando la cerchiamo davvero, oltre i visi, i sorrisi, i vestiti e le immagini, e che la troviamo con l'anima allora lei ci regala la cosa più preziosa. L'ispirazione. L'ispirazione che ci fa sperare che là fuori, nel mondo, tra la gente, ci sia ancora qualcuno che crede che la vera bellezza non risieda nel corpo. Che crede che amare non significa vendersi. Perché l'amore non si vende. E non dovremmo farlo nemmeno noi donne.

Perché si, è vero che siamo donne e che non possiamo sfuggire alla nostra condizione. E vero che non ci è stata data una scelta ma io vi chiedo di farla adesso. Donna non vuol dire prostituta. Donna non è farsi mercificare. Donna non è dare il nostro corpo alla società come se fosse una cadavere, un oggetto che possa essere posseduto. Ma siete ancora vive? Perché questo silenzio? Perché attorno a me non vedo nessuno che si ribelli? Quelle donne a cui parlo sono quelle che voi adulti, chiamate a torto bambine. Noi non siamo bambine. O se lo siamo nessuno ci tratta come se lo fossimo.

E basta andare in giro per strada con la paura di sentire un uomo che ci chiami. Basta sentirsi come prede in trappola. Basta nascondersi per paura di essere sempre troppo scoperta, per paura delle parole che feriscono. E dico basta anche alla donne che invece di sostenersi a vicenda si chiamano "puttane" tra di loro. Basta guardare l'altra come lo farebbe un uomo, soppesandola, giudicandola come se fosse un pezzo di carne. Non è giusto che noi "bambine" soffriamo dell'essere donne, non è giusto essere vittime del proprio corpo e tradite da noi stesse. Ci chiamate "bambine" e ci trattate come adulte, ci scopate come adulte. Ma sopratutto dopo averlo fatto ci buttate via e se ci lamentiamo dite che ce la siamo cercata, che non dovevamo andare in giro vestite cosi.

E voi? Voi non avete torti? Non avete figlie? Giusto, dove sono i padri quando ne abbiamo bisogno? Fuori a rimorchiare ragazzine? E quando li vedo tutti quegli uomini a caccia, alla ricerca del prodotto migliore, che cercano ragazze che potrebbero essere le loro figlie, mi chiedo: E se ci fosse mio padre la fuori? Se un giorno ballando mi girassi e me lo ritrovassi dietro? Che faccia farebbe? Quando penso poi che solo ieri, i ragazzi che riproducono quei comportamenti e le ragazze che li assecondano, giocavano ancora a lupo mangia-frutta insieme, mi viene da ridere. Adesso i giochi hanno nature molto diverse e i lupi sono veri.

Non pensate però che discolpi le ragazze. Nemmeno loro sono immacolate. Perché siamo state li a guardare mentre ci spogliavano della nostra dignità. Perché le madri non hanno mosso un dito per aiutare le loro figlie. E non negate, perché le vedo le madri per strada che invece di aiutarci ci giudicano e ci chiamano "bagasce", sottovoce però, tra di loro.

Abbiamo paura. Paura di non piacere e allora abbiamo abdicato. Ma mi fa infuriare sapere che c'è chi si è battuto perché le donne acquistino non solo una libertà di pensiero, ma anche una dignità in quanto persone, un riconoscimento e adesso noi lo buttiamo via! Per cosa poi? Per un po' di attenzione? Per andare a letto con qualche ragazzo che sotto sotto è ancora più insicuro di noi? Ma siate donne! Siate donne e fiere anche! Ma non quelle donne da pubblicità, sempre più fragili, commerciali, infantili. E non siate nemmeno donne con le "palle" perché si può essere una donna forte senza per forza acquisire attributi maschili. No, siate le donne che desiderate essere! E basta con questo nascondersi, e basta con la paura e la pigrizia di fare qualcosa solo perché è più facile cosi! Basta con la politica del silenzio, basta con questa tolleranza! Se continua cosi, tra quarant'anni potrebbero anche togliercelo il diritto di voto e a questo punto non avremmo niente da dire perché li avremmo lasciati fare, ci saremmo rese complici.

Noi nasciamo pure donne, è vero, ma questo non significa che dobbiamo per forza diventare il modello di donna che loro ci propongono. Che brutta cosa da dire poi "modello di donna". Essere donne non ci definisce, siamo noi che definiamo la donna che vorremo essere. E lo so che nessuno vuole sentirselo dire, sopratutto non io. So che pensate che non sia una vostra responsabilità e che le vostre scelte non abbiano peso, ma credetemi, vi sbagliate! Quello che voi fate influenza quello che le nostre figlie, sorelline e amiche potrebbero fare domani. E come sappiamo il tempo passa in fretta. Cambiammo qualcosa prima che sia troppo tardi, prima di restare imprigionate in questo circolo vizioso. Non voglio dover riscrivere un testo cosi tra vent'anni.

Essere donne è una responsabilità, è un peso e un carico. Ma non sostenerlo è mettere a repentaglio la nostra dignità. E anche se non siamo definite dall'essere donne, l'Uomo è definito dalla sua dignità. Senza non è altro che un ammasso di muscoli, carne, ossa e sangue. Un corpo. E un corpo, se non ha coscienza, può essere messo a disposizione di chiunque, può essere sfruttato. Quindi battetevi, altrimenti ve ne pentirete! E se non lo facciamo noi, chi lo farà?

Io non voglio odiare l'uomo, ma sarebbe molto più facile se l'uomo amasse la donna.

Comment on this post

S
già..è proprio così..
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A
Grazie mille per i tuoi complimenti, te non sei certo da meno!
R
splendido!
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