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Fede Mia.

Posted on by Anonymous17

Fede Mia.

Stavo pensando a delle cose. Né belle né brutte in realtà. Esistono poi pensieri buoni o cattivi? Non ne sono così sicura. Siamo nobili e vili? Possiamo veramente accusare un uomo per le sue idee o i suoi valori? Ma pensare un ideale non è forse la stessa cosa che esserne l'istigatore? Quindi egli va punito per le azioni di cui si è reso responsabile e di conseguenza colpevole, a maggior ragione per non averci partecipato. Non serve rimuginarci lo so. Ma riconosco questa bestia crudele, questo miscuglio di rabbia, frustrazione e dolore. Quanto si sbattono i pugni al muro ci si strappa la pelle, ma non passa...il sentimento di ingiustizia. Quante volte l'ho sentito e ho realizzato la mia impotenza mentre questa rivelazione si intrecciava al mio grido.

Non credo di aver mai visto più orrore che nello sguardo di un condannato dall'esistenza stessa, il cui verdetto è subire la fatalità della vita ancora e ancora. Non siamo forse tutti in questa posizione? Ricordo la sensazione di lacerazione davanti a quei occhi che erano miei e vostri. Di cosa siamo artefici, cosa grava sulle nostre spalle, quale atrocemente pesante compito potrebbe mai essere dato a cosi fragili e pieghevoli creature quale che noi? Quale dio darebbe a tali abbiette persone la salvaguardia dell'incolumità della loro propria felicità? Quale scherzo del destino che noi, garanti di noi stessi incolpiamo Dio per le nostra infelicità. Non voglio piegarmi davanti a nessun despote, non intossicatemi con le vostre preghiere lasciate che io scelga e che per scelta io ami. Non inquinate con la vostra fede tutto ciò che di sporco ma vero in me risiede. Questo è uno sporco mondo e la mia è una sporca verità.

Non esiste la giustizia, quindi non chinare il capo ma stringi i pugni. Alzati e urla, urla a un cielo che non ti ascolta, a una terra che non ti accoglie. Urla fino a non avere più fiato nei polmoni, urla per tutti quei sguardi di orrore e urla perché è giusto cosi perché con lo stesso sguardo di orrore non si può fare altro e quando avrai finito, riconosci che niente ne nessuno potrà salvarti. Hai paura? Anch'io. Ma non di te. Ho paura per te e per me, per quello che potremmo farci. Siamo vittime della vita, ma la vita è fatte di incontri e sono questi a farci desistere, a farci cedere...a farci male. Una vita spezzata è fatte di incontri, ma solo una vita che valga la pena di essere vissuta può essere spezzata.

Allora fammi male e quando avrai finito ascoltami urlare. Potrei pregarti ma ho perso la fede, potrei supplicarti ma il mio orgoglio mi trattiene, potrei odiarti ma né morirei. Allora lasciami amarti e quando avrò finito di cullarti non dormire ma canta perché dalla mia gola graffiata non esce alcun suono, ma il tuo canto mi lenisce. Ho troppo da dire e troppo poco spazio dove scrivere. Non ho più spazio per dormire, né sogni a cui credere. Ho solo te. O te compagno della mia infanzia. O te padre di una figlia senza paura né speranza. O te lancetta di un orologio senza tempo. Ti prego non andare. Dormi ancora con me, non come un fratello ma come un amante. Ti supplico non ti girare, perché avevi promesso di tornare ma so che appena girerai lo sguardo dimenticherai e le stagioni passeranno, anche gli anni finché non resterà che polvere e tutto quel che avevamo diventerà una lettera che tu non leggerai. Oh ti odio non partire, non essere un eroe, né un marinaio, né un soldato, perché cosa resterà quando sarai morto? Non mi dire un nome, cosa significa un nome? Un nome non porta i morti indietro. Un nome non viene quando lo chiami. Un nome appartiene a tutti e io voglio che sia mio. Non voglio sentirlo pronunciare nei bordelli e nelle bocche di figli che non sono nostri, o fra le pagine di libri che non hai mai sfogliato.

Mi parli di eternità. Perché menti, oh perché scappi da codardo? Ti credevo un dio ma sei solo un uomo e te come me hai paura. Paura di vivere, paura di me. Non vuoi cambiare dici? Allora perché i tuoi occhi già non sono dello stesso colore, perché le tue rughe hanno perso i segreti della nostra storia e perché la tua bocca non sorride già più? Oh ti amo...credi ancora, piangi ancora ma non farlo senza di me, fallo per me. Io sono qui ma tu sei già là. Fra le folte terre di un passato dimenticato eppure sono io che sono già parte del passato. Del tuo passato. Con ogni passo porti avvenire e chi non ne ha più allora dallo a me! Non voglio aspettare dietro la porta. Tu compagno dell'addio. Sai cosa significa. Quindi ora io ti raccomando a dio. Ma non al Dio dei cristiani, o dei musulmani...ti raccomando ad un dio che non consce né regole, né punizione un dio che non conosce parole per farsi sentire ma conosce la natura dell'orrore, e ogni sua contraddizione. Non ha nome perché nessuno lo possa possedere. Non ha nome perché nessuno lo possa adorare, amare o odiare. Non può essere percepito perciò non esiste.

Ma te puoi essere toccato, puoi essere commosso e sappi che ogni volta che un moto di ribellione si insinua in te quel dio senza volta ti sta mormorando nell'orecchio. Non è la paura, né la speranza, né la vendetta è un sentimento dello stesso colore del cielo quando gli ultimi raggi del sole penetrano la sua coltre di nube. Un colore sospeso tra un attimo e l'altro. Il colore dell'eternità. Il colore dell'umanità. La mia è una rivolta silenziosa, un massacro senza sangue né armi, perché l'unica vittima sono io. Sono caduta sotto l'insistenza della mia coscienza. Non ho più niente di che pentirmi né ricordi orgogliosi, perché tu sei partito. O tu fede mia! So che il mio tempo è finito e non mi è più dato credere nell'umanità. Ma fede mia prima che chiuda gli occhi ti ho visto, hai riportato a galla il mio dio senza nome. Oh visitatrice dei miei ultimi attimi eri te vero?

Stavo pensando a delle cose e ho sentito il tuo tocco. Col mio ultimo soffio e con la punta di questa matita spezzata ti scrivo per dirti che credo, credo ancora a te e a me e quel sogno che tu avevi di salvare il mondo. Altri ci proveranno dopo di me e anche se sarà solo una goccia sul cemento, un giorno pioggia cadrà e farà di questa terra bagnata una bellissima scultura d'argilla e quando girerai la testa di nuovo ci vedrai scolpito il tuo viso.

Oh fede che non posso più chiamare mia, addio!

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